Cappella di Teodolinda e Museo del Duomo di Monza

La storia di Monza è saldamente intrecciata con quella della Regina Teodolinda: donna bella e intelligente, molto amata dal suo popolo, fu una grande mecenate e intorno al 595-600 fece erigere a Monza, città da lei scelta come capitale estiva del Regno longobardo, un Palazzo reale ed una una Cappella in onore di san Giovanni Battista, alla quale donò anche un prezioso Tesoro, oggi custodito nel Museo del Duomo di Monza.
Dal 6 giugno 2011 il Duomo di Monza con la Regina Teodolinda è dichiarato Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace per l'Umanità dall'UNESCO.

Arte longobarda
Legatura dell'Evangelario di Teodolinda

La Regina Teodolinda
Teodolinda era figlia di Garibaldo, considerato il capostipite delle dinastie bavaresi, e di Valdrada, a sua volta figlia di Vacone, re dei Longobardi tra il 510 e il 540. Si ritiene che la principessa sia nata intorno al 570, probabilmente a Ratisbona, principale insediamento del Ducato di Baviera. Il suo nome deriva dall'antico germanico theud (popolo) e lind (tiglio, scudo), e quindi significa "protezione del popolo". Per suggellare l'alleanza tra Bavari e Longobardi in una fase di ascesa dei Franchi, venne data in sposa ad Autari, re dei Longobardi, morto però dopo solo un anno dalle nozze, forse per avvelenamento. 
Teodolinda si risposò con Agilulfo, duca di Torino, da cui ebbe un figlio, Adaloaldo, futuro re e primo ad essere battezzato nella fede cattolica.
Teodolinda, anche se inizialmente aderente allo scisma dei Tre Capitoli, rappresentò il primo stabile collegamento tra i Longobardi ariani e la Chiesa cattolica ed esercitò la funzione di mediatrice per assicurare periodi di tregua nella guerra in corso fra Longobardi e Romani. Alla morte di Agilulfo, Adaloaldo divenne unico re, ma, essendo ancora minorenne, fu affiancato dalla madre che assunse la reggenza per alcuni anni, conservando una posizione autorevole anche in seguito. Adaloaldo regnò probabilmente dal 616 al 625 e durante il suo governo favorì rapporti diplomatici sia con l’impero bizantino sia con il papato. La sua politica filoromana, però, non fu sostenuta dai duchi longobardi di fede ariana, capeggiati da suo cognato Arioaldo, marito di Gundeperga. Il conflitto esplose nel 624 e l'anno seguente Adaloaldo fu detronizzato. Morì nel 626, forse avvelenato, mentre Teodolinda scomparve un anno dopo e fu sepolta accanto al marito ed al figlio all'interno della Basilica di San Giovanni. Oggi le sue spoglie sono conservate in un sarcofago nell'omonima Cappella del Duomo di Monza.

Arte in Lombardia
Cappella di Teodolinda

Toponimo di Monza
Secondo la tradizione, Teodolinda aveva promesso di erigere un tempio a san Giovanni Battista ed era in attesa di un segnale divino che le indicasse il luogo più adatto. Un giorno, mentre cavalcava in una piana ricca di olmi, si fermò a riposare lungo le rive del fiume Lambro. In sogno le apparve una colomba irradiata di luce che le disse "Modo", cioè qui. La regina rispose "Etiam", si, e diede inizio proprio in quel punto ai lavori di costruzione dell'edificio sacro. Dall'unione delle due parole pronunciate dalla colomba e da Teodolinda deriverebbe il primo toponimo della città di Monza, Modoetia.

Ciclo di affreschi degli Zavattari
Cappella di Teodolinda

La Cappella di Teodolinda
La Cappella di Teodolinda si trova a sinistra dell'abside centrale nel Duomo di Monza e venne eretta nell’ultima fase dei lavori di ricostruzione durante la fabbrica trecentesca. L'ambiente, chiuso dalla cancellata progettata alla fine dell'Ottocento da Luca Beltrami, è coperto da una volta costolonata nelle cui vele sono dipinti gli Evangelisti, di autore anonimo. Gli Zavattari, famiglia di pittori con bottega a Milano, a cui si deve il ciclo di affreschi che decora le pareti, ci tennero a dichiarare la loro estraneità a questa parte degli affreschi. I dipinti degli Zavattari, eseguiti presumibilmente tra il 1441 ed il 1446, costituiscono il maggior esempio pittorico dell'epoca tardo gotica lombarda: con ogni probabilità quattro furono gli artisti che lavorarono alla decorazione delle pareti, secondo alcuni studiosi riconducibili ad altrettanti membri della famiglia Zavattari.
La serie delle Storie di Teodolinda si compone di 45 riquadri, omaggio alla sovrana longobarda fondatrice della chiesa e contemporaneamente testimonianza del passaggio dinastico tra la famiglia dei Visconti e quella degli Sforza, a cui rimandano i simboli araldici dipinti nelle incorniciature e le allusioni metaforiche al matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. Le prime ventitrè scene descrivono i preliminari e le nozze tra Teodolinda ed Autari, fino alla morte del re, dalla ventiquattresima alla trentesima sono raffigurati i preparativi ed il matrimonio tra la regina ed il secondo marito Agilulfo, seguono altri dieci pannelli in cui si narra la nascita e lo sviluppo del duomo, la morte di Agilulfo e quella di Teodolinda ed infine, dalla quarantunesima alla quarantacinquesima campitura si racconta la sfortunata spedizione dell'imperatore Costante in Italia, fermato dalla profezia di un eremita. 
Il ritmo della narrazione varia da molto veloce a molto lento, a seconda dell’importanza dei momenti rappresentati. Gli episodi di vita cortese, come i balli, i banchetti, le feste, le battute di caccia, i viaggi, le battaglie ed i dettagli di abiti, acconciature ed armature forniscono uno straordinario spaccato della vita di corte a Milano nel XV secolo. Tecniche miste e materiali preziosi sono stati utilizzati dagli Zavattari per conferire al ciclo pittorico una straordinaria eleganza: oltre all'affresco, alla tempera a secco ed alla pastiglia a rilievo, ci sono splendide dorature ed argentature in foglia: le finiture dei cavalli, le spade, le corone, i gioielli, sono eseguite in rilievo dorato e gli abiti delle figure principali sono arricchiti con lamine metalliche e lacche, come in una grande miniatura monumentale.

Duomo di Monza
Duomo di Monza interno

La Corona Ferrea
Al centro della Cappella di Teodolinda, sull'altare disegnato nel 1888 da Luca Beltrami, è posta l'arca che custodisce la Corona Ferrea, la più celebre oreficeria del Tesoro del Duomo di Monza e di tutta la storia dell’Occidente. E' composta da sei piastre d’oro, ornate da rosette a rilievo, castoni di gemme e smalti e presenta all’interno un cerchio di metallo che un’antica tradizione, riportata già da sant’Ambrogio alla fine del IV secolo, identifica con uno dei chiodi utilizzati per la crocifissione di Cristo. Secondo la leggenda i chiodi furono trovati da Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, che intorno al 325 fece scavare l'area del Golgota, rinvenendo i presunti resti della Vera Croce.
Alcuni re d’Italia l’avrebbero quindi usata nelle incoronazioni per attestare l’origine divina del loro potere ed il loro legame con gli imperatori romani.

Oreficeria longobarda
Corona di Teodolinda

Museo e Tesoro del Duomo di Monza
Teodolinda e Agilulfo dotarono la Basilica di san Giovanni di un prezioso corredo di reliquie e suppellettili che costituiscono non solo una delle più importanti testimonianze di oreficeria barbarica, ma anche un esempio significativo della produzione artistica italiana nel periodo di transizione tra l'età tardo antica ed il Medioevo. Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza custodisce questi preziosi cimeli unitamente a reliquie risalenti ai primi secoli del Cristianesimo, a partire dalla sezione Filippo Serpero, dedicata al Tesoro della basilica alto medievale, per arrivare alla recente sezione Carlo Gaiani, appositamente progettata per esporre opere dal 1300 fino ad oggi.  Il nuovo spazio museale, realizzato su disegno dell'architetto Cini Boeri, è interamente ipogeo: la scala elicoidale rossa risalta sulla base antracite del pavimento e del soffitto e diventa un elemento di continuità tra i due livelli separati da un solaio tranne nella parte a doppia altezza, dove vi è la ricostruzione scenografica del grande rosone del Duomo risalente al XV secolo. 

Oreficeria Carolingia
Reliquiario del dente di san Giovanni

Il Tesoro di Monza
I secoli di storia raccontati dalla narrazione espositiva iniziano con due rarissimi gruppi di ampolle, segue la stanza del Tesoro, dove si trovano preziosi oggetti longobardi quali la Croce di Adaloaldo, donata, secondo la tradizione, da papa Gregorio Magno alla Regina in occasione del battesimo del figlio, la Legatura dell’Evangeliario di Teodolinda, composta da due placche in oro decorate da smalti, pietre preziose tagliate a cabochon e cammei, la Croce di Agilulfo, ornata da pietre preziose e sei pendenti a goccia, realizzati con altrettante perle, la Corona di Teodolinda, un diadema in oro, madreperla e gemme racchiuse da sottili lamine d'oro e disposte in cinque ordini paralleli, il gruppo della Chioccia con sette pulcini, rinvenuto nel Medioevo nella tomba della Regina, il Reliquiario del dente di S. Giovanni, un manufatto di oreficeria carolingia lavorato a filigrana e tempestato di gemme.
All’età romana risale invece la cosiddetta Tazza di Zaffiro, una coppa di vetro blu identificata per tradizione con quella che Teodolinda avrebbe utilizzato per la cerimonia del fidanzamento con Agilulfo. Di datazione incerta sono infine l’astuccio d’argento dorato per il flabello e il pettine montato in argento e gemme, entrambi riferiti per tradizione al corredo personale della Regina. Seguono opere di scuola lombarda, come la Madonna col Bambino in pietra ed il San Giovanni Battista in rame dorato del XV secolo, il Calice di Giangaleazzo Visconti e lo Stocco di Estorre Visconti, gli arazzi cinquecenteschi, fino alle tele del XVII-XVIII secolo. Esposti alla fine del percorso vi sono eleganti suppellettili liturgiche neoclassiche ed oggetti utilizzati nelle ultime incoronazioni, fino ad una Crocifissione in ceramica policroma realizzata verso il 1953 da Lucio Fontana ed un Cristo risorto fuso in bronzo nel 1974 da Luciano Minguzzi, autore della Porta del bene e del male per la Basilica di San Pietro in Vaticano.

Longobardi a Monza
Pettine di Teodolinda

Biglietti e orari del Duomo di Monza
Potete acquistare i biglietti direttamente sul sito del Museo del Duomo di Monza. La prenotazione è obbligatoria in quanto la visita alla Cappella di Teodolinda è guidata, mentre quella del Museo e del Duomo è libera. E' aperto da martedì a domenica: 9.00-13.00 14.00-18.00

Dove mangiare a Monza
Vi consiglio il ristorante vegano HUG, in via Durini 19

Dove dormire a Monza
Se volete un albergo elegante e raffinato, con vista sui giardini di Villa Reale, allora vi suggerisco l'Hotel de la Ville


6 marzo 2022

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