Hurghada è una città situata lungo la costa del Mar Rosso in Egitto, nella parte orientale del paese, a circa 550 km a sud del Cairo.
Il mare di Hurghada è famoso per le sue acque cristalline ed il ricco mondo subacqueo che attrae appassionati di immersioni da tutto il mondo.
Tra i vari luoghi nei pressi di Hurghada dove è possibile ammirare una barriera corallina multicolore o rilassarsi nelle spiagge lambite da acque turchesi io vi consiglio l'Isola di Giftun.
Conserva una ricchissima varietà di organismi viventi marini, consistente in una molteplicità di pesci e coralli: questi ultimi rappresentano l’80% della biodiversità di tutto il Mar Rosso. Proprio per questo l’Isola di Giftun è protetta dal governo locale ed è una destinazione molto popolare tra i subacquei.
E' anche un luogo importante per la ricerca scientifica e la conservazione della vita marina: la fauna e la flora dell'isola sono infatti uniche, con molte specie endemiche che non si trovano in nessuna altra parte nel mondo.
![]() |
Barriera corallina Isola di Giftun |
Giftun fa parte di un arcipelago che costituisce il Parco Nazionale delle Isole di Giftun, una serie di isole e isolotti dall'aspetto desertico, caratterizzate da ricche barriere coralline ma abitate anche da uccelli in pericolo di estinzione. Inoltre, molte specie di uccelli migratori che sorvolano l'Africa ogni anno fanno tappa a Giftun.
Le spiagge più remote dell’isola sono l’habitat per la deposizione delle uova di cinque diverse specie di tartarughe, tra le quali la tartaruga verde, con un carapace che può raggiungere i 2 metri di diametro.
![]() |
Isola di Giftun |
Il Mar Rosso
Il Mar Rosso è un mare del Medioriente compreso tra l'Africa nord-orientale e la penisola arabica sud-occidentale. Si biforca a nord in corrispondenza della penisola del Sinai dando luogo al golfo di Aqaba ad oriente, ed al golfo di Suez.
Il 17 novembre 1869 fu inaugurato il Canale artificiale di Suez, che taglia l'omonimo istmo permettendo la navigazione diretta dal Mediterraneo all'Oceano Indiano senza la necessità di circumnavigare l'Africa. I lavori durarono 10 anni e videro la cooperazione di molte nazioni europee, tra le quali la Francia diede il contributo maggiore.
Se da un punto di vista geopolitico il canale di Suez riveste una significativa importanza economica, da un punto di vista ambientale l'impatto negativo che ha provocato è stato e continua ad essere enorme.
Attraverso questo percorso nevralgico avviene circa un ottavo del commercio mondiale: le navi hanno dimensioni sempre maggiori, con conseguente aumento dell'inquinamento da combustibile e, con la crescente automatizzazione di buona parte delle operazioni di guida, gli equipaggi si sono ridotti al minimo indispensabile. Quei pochi che ci lavorano lo fanno al limite dei diritti umani.
A questo proposito ritengo importante sottolineare quanto sia urgente porre un freno alla globalizzazione ed al consumismo: la maggior parte dei beni trasportati giornalmente via mare potrebbe benissimo essere prodotta molto più vicino a dove è richiesta, con un evidente abbattimento dei costi, sia economici sia ambientali.
Il Canale di Suez ha causato inoltre il passaggio di specie marine dal Mar Rosso al Mediterraneo alterandone profondamente la biodiversità .
Nonostante gli antichi Egizi chiamassero questo mare Verdissimo, indicando probabilmente la loro percezione delle acque trasparenti e turchesi, già presso i Greci il nome era Erythra Thalassa, presso i Romani Mare Rubrum e lo stesso Dante, nel VI canto del Paradiso, lo cita come lito rubro.
Ma perchè viene chiamato Mar Rosso?
Le ipotesi sono varie.
La spiegazione più diffusa è legata ad un fenomeno di biologia marina: nel Mar Rosso cresce e si riproduce una particolare alga chiamata Trichodesmium erythraeum che, in determinate condizioni climatiche, assume una colorazione rossastra-bruna andando a formare delle macchie molto estese sulla superficie dell’acqua.
Un'altra teoria è puramente etimologica: il Libro dell’Esodo riporta che Dio aprì le acque del Mar Rosso per consentire al popolo ebraico di fuggire. Per definire questo fenomeno i testi antichi usavano l’espressione yam suph che in inglese venne tradotto come sea of reeds, cioè mare di canne. Potrebbe esserci stato un errore che ha trasformato reed in red, con la perdita di una e.
La terza ipotesi suggerisce una traduzione errata del termine greco Erythra Thalassa non riferita originariamente al rosso ma alla regione geografica.
L'antica barriera corallina del Mar Rosso si è potuta sviluppare grazie alle condizioni favorevoli che queste acque, piuttosto chiuse, sono in grado di offrire
Il Mar Rosso è infatti un mare tropicale dove la presenza del deserto contribuisce a mantenere le temperature piuttosto elevate tutto l’anno: la temperatura gioca un ruolo fondamentale in quanto l’acqua deve restare in un certo intervallo di valori perché un eccesso di gradi verso il basso o verso l’alto comprometterebbe la vita dei coralli stessi.
I tratti più belli ed interessanti di barriera corallina del Mar Rosso si trovano in territorio egiziano, presso località come Sharm el Sheikh, Hurghada o Marsa Alam.
![]() |
Isola di Giftun |
L'importanza della barriera corallina
La barriera corallina è un ecosistema tipico dei mari ed oceani tropicali, composto da formazioni sottomarine biogeniche appartenenti alla famiglia dei Celenterati e comprendente una grande varietà di specie: coralli molli, madrepore, ventagli di mare, gorgonie, polipi idroidi, meduse e anemoni.
Si tratta di organismi molto diversi fra loro che hanno in comune sia la fase larvale condotta libera in mare, sia la fase coloniale, durante la quale formano gli scheletri calcarei che rappresentano il sostegno della struttura vivente ed in cui trovano rifugio e cibo molte altre specie.
Un tempo anche nel Mediterraneo ed in Italia era presente il corallo rosso, ma oggi è diventato sempre più raro, in particolar modo a causa dell'indiscriminata attività antropica di raccolta e lavorazione finalizzata soprattutto alla gioielleria.
La valenza ecologica delle barriere coralline si può riassumere in tre punti chiave:
- formano uno degli ecosistemi più importanti per la vita del mare: anche se coprono appena lo 0, 2% della superficie dell’oceano, ospitano il 30% della biodiversità marina fornendo un riparo dai predatori, un terreno di riproduzione ed un vivaio per molte specie. Le catene alimentari sono particolarmente ricche e complesse e comprendono: animali detritivori che riciclano il materiale che cade sul fondale, altri che si nutrono di plancton, pesci ed invertebrati strettamente vegetariani o carnivori come barracuda e squali.
- contribuiscono alla regolazione del clima terrestre grazie all’assorbimento ed all’immagazzinamento dell'anidride carbonica dall’atmosfera, proprio come gli alberi.
- proteggono le aree costiere dalla potenza delle onde, grazie al fatto di costituire un ostacolo fisico a queste, essendo in grado di ridurre l’energia cinetica dell'acqua del 97%, proteggendo le coste dall'erosione e, in alcuni casi, scongiurando gli effetti devastanti degli tsunami.
Recenti studi hanno dimostrato che, se non verrà attuato un intervento drastico di tutela, entro il 2050 il pianeta Terra potrebbe perdere il 90% delle barriere coralline. Sono seriamente minacciate da fattori quali il cambiamento climatico, lo sfruttamento eccessivo della pesca, l’inquinamento, lo sviluppo costiero e le attività antropiche.
E' necessario quindi, anche da parte di ognuno di noi, partecipare ad attività di snorkeling praticando il massimo rispetto per l'ambiente.
The Reef-World Foundation, un'organizzazione no-profit britannica e un'ONG riconosciuta dall'ONU che opera per proteggere le barriere coralline e l'ambiente marino, è particolarmente nota per il programma Green Fins, che promuove pratiche di subacquea e snorkeling sostenibili. Alcuni punti salienti del programma riguardano le responsabilità che ogni organizzatore di snorkeling e immersioni dovrebbe assumersi e che in breve possono essere riassunti in questi punti chiave:
- informare ed istruire accuratamente i partecipanti sul valore ecosistemico del reef e su tutte le disposizioni legislative, regolamenti e costumi, locali, regionali, nazionali e internazionali in campo ambientale
- riaffermare il divieto di toccare i coralli e tutti i loro abitanti
- partecipare alle periodiche immersioni di pulizia dei fondali
- controllare che sia rispettato il divieto di vendere coralli e altre forme di vita marina derivate dall’attività subacquea
- partecipare periodicamente al monitoraggio della barriera corallina
- far rispettare il divieto di gettare qualsiasi rifiuto in mare
![]() |
Barriera corallina Isola di Giftun |
Escursione all'Isola di Giftun
Informazioni pratiche
Il periodo migliore per visitare Hurghada secondo me si estende da ottobre a maggio, quando le temperature sono meno elevate e il clima è mite e gradevole. Inoltre, ci sono meno turisti, quindi le attività e le escursioni sono più tranquille e piacevoli. La stagione estiva, invece, può essere molto calda e umida, con temperature che possono superare i 40°C.
Potrete comodamente raggiungere Giftun in meno di un'ora di barca dal porto di Hurghada prenotando on line un'escursione organizzata che comprende la fornitura gratuita di pinne e maschere, il pick up in hotel ed il pranzo a bordo, un paio di tappe per snorkeling e la sosta di alcune ore in una tra le spiagge di Giftun, quale Orange Bay, oppure Hula Hula, o ancora Paradise e Nemo Bay.
In base alla mia esperienza, sull'isola di Giftun non si può andare oltre le spiagge destinate ai turisti in quanto il resto del territorio è protetto.
![]() |
Orange Bay Giftun Island |
0 Commenti