Da Cassinetta di Lugagnano a Robecco sul Naviglio

Nonostante sorgano a pochi chilometri da Milano, Cassinetta di Lugagnano e Robecco sul Naviglio sono due borghi storici circondati dalla rigogliosa natura del Parco del Ticino.

L’interesse storico-architettonico dei due comuni è indiscutibile: il vero patrimonio sono le eleganti ville di delizia che consentivano ai nobili proprietari milanesi periodici controlli sulla gestione dei loro terreni ma, soprattutto, rappresentavano le loro abitazioni per la villeggiatura, immerse nel verde. 
Entrambi i borghi infatti erano facilmente raggiungibili da Milano navigando il Naviglio Grande, grande opera di ingegneria idraulica costruita nell’Alto Medioevo per scopi difensivi con l'obiettivo di dividere il territorio di Milano da quello di Pavia, alleata del Barbarossa. 
Il Naviglio Grande è esteso da Tornavento alla Darsena di Milano.
Ma il territorio di Cassinetta di Lugagnano e Robecco sul Naviglio offre anche interessanti possibilità a chi di voi fosse interessato al trekking o ai percorsi ciclabili lungo l’Alzaia del Naviglio o nel Parco del Ticino.

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Villa Visconti-Cassinetta di Lugagnano

Cassinetta di Lugagnano
Cassinetta di Lugagnano è inserita nel circuito de I Borghi più belli d’Italia e, come molti degli antichi comuni lungo il Naviglio Grande, è composta da due nuclei urbani, Cassinetta e Lugagnano, che in passato erano abitati distinti. 
Le due aree sono collegate ancora oggi dal seicentesco ponte in granito costruito durante la dominazione spagnola del Ducato di Milano.
Di origine romana è Lugagnano, sulla sponda destra del Naviglio, il cui nome deriva probabilmente da Lucanianus, aggettivo derivato da Lucanius. 
Il toponimo di Cassinetta invece ha origine dalla Cassina Biraga, fondata da Maffiolo Birago che nel Quattrocento fu un personaggio particolarmente influente alla corte di Filippo Maria Visconti, signore di Milano.
Solo nel 1862, con l’unificazione dei due territori, il Comune assunse la nuova denominazione di Cassinetta di Lugagnano.

Cosa vedere a Cassinetta di Lugagnago
Cassinetta di Lugagnago


Cosa vedere a Cassinetta di Lugagnano

Edifici religiosi

  • Chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente e Sant'Antonio Abate: eretta nel 1435 per volere di Maffiolo Birago, intenzionato a dotare il paese di un centro di culto, fu rimaneggiata nel Settecento. Un piccolo pronao poggiante su colonne di granito di Baveno precede l'ingresso, mentre l’interno, ad unica aula, è arricchito da un altare in marmo settecentesco. Nella chiesa è conservato inoltre un busto in legno dipinto raffigurante San Carlo Borromeo che la tradizione vorrebbe essere stato eseguito "dal vivo" durante la visita del cardinale al borgo.
  • Oratorio di San Giuseppe: fu costruito nella prima metà del XVIII secolo dall'architetto Carlo Federico Castiglioni come cappella privata della sua villa, l'attuale Villa Castiglioni Nai Bossi. Affacciata sull'alzaia del Naviglio Grande, la facciata della chiesa è in stile barocco lombardo, contraddistinta da due ordini da lesene doppie coronate da capitelli corinzi.

Edifici civili

  • Palazzi Nobiliari: il territorio di Cassinetta di Lugagnano è costellato di eleganti ville di delizia legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi come i Trivulzio, i Visconti, i Mantegazza, i Castiglioni ed i Parravicini. Iniziando dal centro del borgo, adiacente al ponte di Cassinetta e di fronte alla statua di San Carlo Borromeo (ispirata secondo la tradizione dal passaggio nel 1584  di San Carlo Borromeo, transitato sul naviglio con una chiatta e diretto a Milano dove morirà il 3 novembre dello stesso anno), troverete la casa Beolco Negri, attuale Palazzo Comunale. Nel centro storico del borgo si avvicendano con le loro forme eleganti Villa Mörlin Visconti, Villa Frotta Eusebio, Villa Trivulzio e Villa Mantegazza Macinaghi, edificio nobiliare edificato nel 1500 ed ampliato nel 1700, oggi location di matrimoni e cerimonie. Le quattro ville si susseguono lungo via Roma. In via Armando Diaz troverete invece Villa Birago Clari Monzini che nel 1600 era uno dei palazzi signorili più importanti del territorio. Lungo l’Alzaia del Naviglio, superando il ponte e svoltando a destra, prima dell’incrocio per Albairate si erge maestosa Villa Gambotto Negri, sontuosa residenza estiva la cui origine risale al XVI secolo. L’ingresso avviene attraverso un piccolo ponte sulla Roggia Visconti. Sempre lungo l'Alzaia, ma in direzione Robecco, sorge quella che, secondo me, è la villa più spettacolare di Cassinetta, anche grazie alla posizione in cui si trova: Villa Visconti Castiglioni Maineri. Di origine antica, in quanto i terreni erano già di proprietà dei Visconti nel 1392, sorge sul lato orientale del Naviglio, a cui il palazzo volge il fianco e non il fronte. Il complesso è frutto di una serie di modifiche che hanno interessato la costruzione nel corso del tempo. Ampliata come appare allo stato attuale attorno al 1737, è espressione della moda settecentesca di villeggiare in campagna, utilizzando come via di comunicazione il Naviglio. Il giardino interno è disposto su due livelli: il primo all'italiana ed il secondo all'inglese. La piccola cappella è formata da due ambienti, uno per il pubblico, aperto sulla strada, e l'altro privato nel quale si celebravano le funzioni religiose a cui i signori assistevano attraverso due grate. Non è certo il progettista del complesso, ma gli affreschi sono del Ferrario. Subito dopo sorge Palazzo Krentzlin, protetto da un muro di recinzione in ciottoli e laterizi e nascosto da una fitta vegetazione. Casa Spirito, visibile oltre la cancellata posta parallelamente all’Alzaia, è stata recentemente ristrutturata. Sobrietà ed eleganza ne contraddistinguono la facciata. Infine Villa Castiglioni Nai Bossi Ã¨ l'ultima villa del territorio di Cassinetta che si incontra dopo aver lasciato Villa Krentzlin in direzione di Robecco. E’ stata edificata nella prima metà del Settecento ad opera del proprietario, l'architetto Carlo Federico Castiglioni, autore dell'adiacente oratorio di San Giuseppe.
  • Il mulino della Pazza Biraga: nel 1428 Maffiolo Birago fece costruire la roggia da una deviazione del Naviglio, per il funzionamento di un mulino che ancora oggi, dopo accurati restauri, è esistente e funzionante. Considerato il più antico tra quelli attivi nella zona dei Navigli, conserva sia la macina di pietra sia gli ingranaggi in legno che collegano le pale esterne alle pulegge di trasmissione. La leggenda racconta che una ragazza fu rinchiusa all’interno del mulino da un nobile perdutamente innamorato e non corrisposto. La fanciulla, isolata ed in preda alle paure, perse la ragione. Da qui il nome Mulino della Pazza Biraga. Si trova in via Pace al numero 21.
  • Antica Osteria del Ponte: un ristorante con un passato di grande successo che ottenne la prima Stella Michelin nel 1979 e tre stelle nel 1990. Solo Gualtiero Marchesi ci era riuscito prima! Oggi il ristorante rivive una seconda vita, guidato dai nuovi gestori che hanno mantenuto l’eleganza e lo charme che sempre hanno contraddistinto questo locale.


Da Cassinetta di Lugagnano, percorrendo l'Alzaia del Naviglio, raggiungerete a piedi o in bicicletta il comune di Robecco, borgo altrettanto interessante sia da un punto di vista architettonico, sia paesaggistico. 
La distanza è poco più di due chilometri.

Percorsi ciclabili Naviglio grande
Naviglio Grande visto dall'Alzaia

L'Alzaia è un percorso che si snoda parallelamente al Naviglio ed un tempo veniva utilizzata per trainare controcorrente le barche provenienti dalla darsena di Milano. Alzaia significava infatti fune: un'estremità veniva legata alle imbarcazioni e l'altra ai poveri animali da traino, spesso cavalli, a volte trasportati in barca lungo la discesa sul canale.
Oggi consente una bella passeggiata in totale connessione con i suoni della natura, tra alberi di sambuco, acacie e salici riflessi nell'acqua.

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Alzaia di Robecco sul Naviglio

Robecco sul Naviglio
Il primo insediamento nel territorio di Robecco sul Naviglio risale all’epoca romana ed era costituito da un accampamento militare per il controllo del fiume e dei suoi guadi.
Il centro abitato si sviluppò invece a partire dall'escavazione del Naviglio Grande alla fine del XII secolo, ma fu soprattutto nel XVI secolo che Robecco visse il suo periodo di massimo splendore, quando venne scelta da alcune famiglie nobili milanesi come sede per le loro residenze di campagna. I Pietrasanta, i Barzi, i Casati, gli Archinto ed i Borromeo furono tra i primi a concorrere in questi acquisiti, investendo ingenti somme di denaro.
Sempre nel corso del Cinquecento, rilevante fu la figura di san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, che più volte si recò in visita nella Pieve di Robecco mediando anche alle diatribe tra i nobili locali.

In tempi recenti il borgo è comparso nel film L'albero degli zoccoli del 1978 del regista Ermanno Olmi con la ripresa della facciata di Villa Gaia lungo il Naviglio.

Cosa vedere a Robecco sul Naviglio
Robecco sul Naviglio-Villa Archinto


Cosa vedere a Robecco sul Naviglio


Edifici religiosi

  • Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista: l'attuale chiesa parrocchiale fu edificata nella seconda metà del XVIII secolo su disegno dell'architetto milanese Francesco Bernardino Ferrari ma rimase incompiuta fino alla fine del XIX secolo, quando si decise di realizzarne la facciata e allungare la navata. All’interno vi è un pregevole Crocifisso databile tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo che in precedenza era collocato nella chiesa di Santa Maria della Scala a Milano, demolita per la costruzione del Teatro nel 1774. L'organo Bernasconi in controfacciata risale al 1902.
  • Chiesa di Santa Maria della Rosa: al di fuori degli antichi confini dell'abitato, venne probabilmente edificata dopo la peste manzoniana del 1630, diventando presto un luogo di culto di notevole importanza grazie ad un dipinto miracoloso conservato al suo interno che raffigura la Vergine con una rosa tra le mani, invocata in periodi di particolare difficoltà quali guerre ed epidemie.
  • Chiesa di San Francesco: presumibilmente fondata nel XIV secolo, sorge nei pressi di Villa Gromo di Ternengo per la quale forse svolgeva la funzione di cappella gentilizia. All’interno è presente una pala d’altare raffigurante le stigmate di San Francesco, attribuita all’artista cremonese Marcantonio Mainardi detto il Chiaveghino.

Cosa vedere a Robecco sul Naviglio
Robecco sul Naviglio Villa Archinto

Edifici civili

  • Villa Borromeo Visconti Biglia Confalonieri Gandini, affacciata sul Naviglio e originaria del XIV secolo, è detta anche Villa Gaia, in quanto corte di divertimenti di Ludovico il Moro. Nel corso del tempo appartenne ai conti Giovanni e Vitaliano Borromeo, ai Biglia ed ai Confalonieri, divenendo nell’Ottocento residenza estiva di Federico Confalonieri, patriota italiano e cospiratore carbonaro. Il cortile principale, in stile rinascimentale, è porticato su tre lati con pareti affrescate a grottesche. Gli interni hanno ampi saloni che rivelano successione di stili ed epoche, adornati da soffitti settecenteschi. Il prospetto che si affaccia sul Naviglio, sobrio ed elegante, è caratterizzato da balconcini di ferro battuto e cornici architettoniche. La balaustra settecentesca termina con la scalinata dell'imbarcadero.
  • Villa Dugnani: risalente con tutta probabilità nelle sue origini al Quattrocento, come testimoniano le due finestre dalle cornici in cotto in tipico stile rinascimentale, deve però la maggior parte della configurazione attuale alla famiglia Cittadini che la edificò nella prima metà del XVI secolo. La villa è interamente in mattoni a vista ad eccezione di un porticato seicentesco con vista sul Naviglio che consente anche di accedere all'area rialzata del giardino. Si trova di fronte a Villa Gaia, sulla sponda opposta del Naviglio.
  • Villa Archinto, detta il Castello per le due torri ed il coronamento merlato, alla fine del secolo scorso si presentava come un affascinante rudere, oggetto di restauri terminati nel 2007. Quello che rimane oggi è infatti solo una piccola parte del progetto originario che prevedeva un grande palazzo composto da quattro corpi di fabbrica collegati tra loro, corti interne, un ampio giardino e due pontili, mentre verso il paese una grande esedra avrebbe dovuto accogliere le carrozze. Il committente fu probabilmente il Senatore Filippo Archinto, personaggio legato alla corte spagnola a cui certamente non mancavano desideri di grandezza, morto nel 1712 lasciando il suo sogno incompiuto. Attualmente il palazzo ospita la biblioteca comunale ed il locale Museo del Naviglio Grande.
  • Villa Gromo di Ternengo: affacciata lungo via Matteotti, deve il suo aspetto attuale all’opera di restauro avvenuta nel 1679 da parte di Danese Casati, reggente di Milano, e di suo nipote, il Conte Ferdinando Casati. L’edificio assunse il nome Gromo di Ternengo nel 1884, quando Antonietta Negrotto Cambiaso, discendente dei Casati, sposò Emanuele Gromo Richelmy, Conte di Ternengo. Eccellente esempio di barocchetto lombardo, la villa si articola intorno ad un unico asse prospettico lungo oltre 800 metri, che dall’esedra dell’ingresso prosegue attraverso il corpo abitativo e l’ampio parco retrostante, ornato da statue e dotato di una limonaia adibita a giardino d’inverno chiuso da vetrate e decorato da dipinti floreali. Sul lato del giardino prospiciente il Naviglio si trova la Sirenella, un piccolo padiglione il cui nome è legato ad una statua raffigurante una sirena che accoglieva i visitatori. In prossimità della Sirenella si trovava probabilmente anche l’imbarcadero, di cui oggi non è rimasta traccia. 
  • Villa Scotti: eretta all'inizio dell'Ottocento come residenza per una ricca casata di apicoltori robecchesi, fu progettata da un allievo di Giuseppe Piermarini. Oggi è sede del Municipio. Si trova in via Dante 21.
  • Villa Terzaghi: in via San Giovanni 41, è uno splendido esempio di barocchetto lombardo. Dopo alterni utilizzi, il 9 ottobre 2019 la villa è rinata grazie all’interessamento di Maestro Martino, l’associazione creata da Carlo Cracco nel 2011. Oggi è un ottimo ristorante ed è la location di corsi di arte culinaria.
  • Ponte degli Scalini: fu costruito 1842 e sostituì un precedente ponte galleggiante allestito nel giorno della festa patronale di San Giovanni Battista, per consentire il passaggio della processione. Fu finanziato grazie al lascito testamentario del nobile Giulio Dugnani, fratello del Cardinale Antonio Dugnani, proprietari dell’omonima villa.

Gite in Lombardia
Robecco sul Naviglio

Dove mangiare
A Cassinetta di Lugagnano vi consiglio Antica Osteria del Ponte, mentre a Robecco sul Naviglio il ristorante di Villa Terzaghi.

Dove dormire
A Cassinetta di Lugagnano potete alloggiare nel Bed and Breakfast Locanda Lugagnano, un'antica dimora di charme con uno splendido parco.

Gite fuoriporta da Milano
Villa Gaia Robecco sul Naviglio

27 marzo 2024
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