All'interno del complesso architettonico di Palazzo dei Normanni a Palermo si trova la Cappella Palatina, una basilica in stile siculo-normanno consacrata nel 1140 da re Ruggero II di Sicilia e terminata nel 1143.
Il sovrano, mecenate delle arti, favorì a Palermo ed in Sicilia la costruzione di chiese ed edifici monumentali seguendo una tendenza già inaugurata dai suoi predecessori. La Cappella Palatina, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, rappresenta in questo senso il baricentro dell’articolata struttura del Palazzo Reale diventando così simbolo della sacralità della monarchia.
Dal 2015 la Cappella Palatina è Patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, all'interno del percorso della Palermo arabo-normanna e delle cattedrali di Cefalù e Monreale.
Guy de Maupassant, noto scrittore, drammaturgo, reporter di viaggio, saggista e poeta francese, durante la sua visita a Palermo nel 1885 definì la Cappella Palatina "La più bella chiesa del mondo, il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano".
In effetti oggi non possiamo che concordare con questa affermazione: sorta in un momento di grande fervore artistico in cui cooperarono maestri di origine e sensibilità diverse, la Cappella Palatina è un capolavoro di multiculturalità che ben evidenzia la politica di tolleranza adottata da Ruggero II. Il re infatti riuscì a creare presso la sua corte un cenacolo dei migliori intellettuali dell’epoca a prescindere dalla lingua e
dalla religione e gli stessi editti regi venivano redatti in latino,
greco, arabo ed ebraico, in modo da essere comprensibili ad ogni suddito del regno.
Oriente ed Occidente si incontrano, arte cristiana, bizantina ed araba convivono sulla superficie dorata della Cappella Palatina in cui lo spazio si smaterializza nella luce dei mosaici.
Molteplici interventi eseguiti nei secoli hanno modificato il monumento preservandone comunque la struttura architettonica e parte dei mosaici.
L’aspetto esterno dell’edificio era originariamente molto diverso da quello che possiamo vedere oggi in quanto, nel corso del tempo, la Cappella è stata inglobata da altre strutture più recenti.
Inizialmente era dotata di due ingressi distinti, uno privato utilizzato esclusivamente dal re e l’altro pubblico, ma nel XVII secolo venne creato un doppio ordine di loggiati che coprì la facciata, eliminando il secondo ingresso.
L’accesso attuale avviene attraverso un portico costruito nel 1506 dal quale si entra in un vestibolo che in origine collegava la Cappella agli appartamenti reali.
I lavori di restauro furono necessari già a partire dal 1458 per la riparazione del tetto e dal 1460 al 1463 sono documentate le prime attività lavorative di Domenico Gagini consistenti nel recupero, ripristino e manutenzione di mosaici e dei manufatti marmorei. Continuarono durante l’epoca spagnola, quando il Palazzo dei Normanni versava in pessime condizioni, e durante il periodo borbonico con il recupero, il rifacimento e la realizzazione di nuovi mosaici.
Gli ultimi restauri sono stati apportati recentemente, nel 2008, dopo i danni provocati dal terremoto del 2002.
Cappella Palatina Palermo, Cristo Pantocrator absidale |
Descrizione
A livello planimetrico è già evidente l'unione dell’impianto greco del presbiterio a quello basilicale latino: la Cappella Palatina infatti ha pianta rettangolare suddivisa in tre navate, a loro volta separate da colonne con capitelli compositi che sorreggono cinque archi ogivali per lato. Il presbiterio, recintato e sopraelevato rispetto alle navate, si compone di una struttura cubica dominata da una cupola emisferica e richiama le figure geometriche del quadrato e del cerchio della religione islamica e bizantina.
Il quadrato rappresenta la terra con i suoi 4 elementi, l’ottagono del tamburo è simbolo della resurrezione ma anche del giudizio universale ed infine il cerchio è la figura geometrica che non ha inizio e non ha fine e che rappresenta Dio. Intorno alla cupola vi è infatti la scritta: Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi.
L’intera superficie della Chiesa è coperta da cicli musivi di eccezionale valore artistico, testimonianza della multietnicità della corte dell'epoca.
Mosaici
La superficie muraria interna è rivestita di mosaici, tra i più preziosi d’Italia.
Solo una parte di essi è stata realizzata nel periodo normanno: la maggior parte dei recuperi, restauri e nuove realizzazioni sono stati effettuati nel XVIII secolo in epoca borbonica.
Maestranze locali ed orientali collaborarono nella realizzazione di questo libro illustrato comprensibile a tutti che racconta le storie di Cristo, della Genesi, dell’Antico Testamento e dei Santi Pietro e Paolo.
Di particolare interesse sono le raffigurazioni del Cristo Pantocratore rappresentate in tre punti diversi della Cappella, a testimoniare la volontà da parte del re di sottolineare il suo rapporto con il Re dei Re.
Al centro della cupola è ritratto Cristo benedicente con l’aureola a croce greca ed abiti regali, circondato da otto arcangeli. Alle pareti del corpo che sostiene il tamburo sono effigiati quattro profeti: Giovanni Battista, Salomone, Zaccaria e Davide ed appena sopra Isaia, Geremia, Ezechiele, Giona, Daniele, Mosè, Elia ed Eliseo mostrano pergamene con citazioni greche indicanti la venuta di Cristo.
Nelle nicchie d'angolo con doppia strombatura sono raffigurati i quattro evangelisti, Giovanni, Luca, Marco, Matteo e nei cartigli gli incipit in latino dei rispettivi Vangeli.
La luce che penetra dalle otto finestre alla base dell’emisfero contribuisce ad esaltare il colore delle tessere restituendo un'immagine di grande splendore che si ripete anche nell’abside: qui il Cristo Pantocratore tiene nella mano sinistra il Vangelo, sul quale è scritto in greco sulla pagina sinistra ed in latino sulla destra il versetto Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.
Nel registro inferiore è rappresentata la Vergine in Trono, a sinistra Pietro Apostolo e Maria Maddalena, sulla destra Giovanni il Battista e Giacomo Apostolo. E' evidente che queste figure non rispettino i canoni bizantini, infatti sono aggiunte effettuate nel XVIII secolo.
Sulla parete in controfacciata lo spazio centrale, sopraelevato rispetto al piano di calpestio, è caratterizzato da una ricca decorazione con intarsi in marmo e mosaici di stile cosmatesco in armoniosa sintonia con motivi geometrici e floreali di matrice araba. Al centro è posto il trono romanico, mentre il potere temporale del monarca è suggellato dallo stemma recante le insegne della Casa d'Aragona e del Regno di Sicilia delimitato da due leoni in posizione speculare. Nel registro più alto compare per la terza volta Cristo Pantocratore: ritratto fra i Santi Pietro e Paolo e gli arcangeli Michele e Gabriele, è seduto in trono, benedice con la mano destra mentre nella sinistra tiene chiuso il vangelo.
Nell'abside destra, dedicata a San Paolo, i mosaici raffigurano Sant'Anna e Maria bambina, l'Apostolo Paolo, scene della Natività di Gesù ed un quarto Cristo Pantocratore con mano benedicente all'altezza del petto.
Nell'abside di sinistra, dedicata invece a San Pietro, sono rappresentati San Giuseppe e Gesù bambino, l'Apostolo Pietro, la Vergine Odigitria e Sant'Andrea.
Sull'arco absidale si trova la scena dell'Annunciazione con l'Arcangelo a sinistra e la Vergine a destra.
Le pareti delle navate sono rivestite da mosaici riguardanti il Vecchio e Nuovo Testamento, con cicli che spaziano dalla Genesi al Giardino dell'Eden, dalla vita di Noè al Diluvio Universale, da Abramo, Isacco e Giacobbe a Gesù.
Completano il quadro iconografico le raffigurazioni delle schiere di angeli, dottori della chiesa ed una ricca teoria di santi raffigurati a corpo intero o solo con il volto ritratto nei medaglioni.
Pavimentazione
La ricca decorazione del pavimento della Cappella Palatina è ancora una volta simbolo del prezioso incontro tra cultura occidentale ed orientale.
Gli intarsi marmorei policromi sono disposti secondo originali e fantasiosi motivi geometrici: il disegno dei riquadri pavimentali delle navate è costituito da bande che intrecciandosi formano stelle ad otto punte intorno a dischi di porfido.
Le decorazioni in opus sectile corrono anche sulle pareti delle navate e continuano sui gradini della scala e sul grande ambone a pianta quadrata in prossimità del presbiterio.
Cappella Palatina intarsi lapidei |
Soffitto ligneo
Il soffitto ligneo della Cappella è la più evidente testimonianza della presenza islamica alla corte di Ruggero.
E’ costituito da una struttura ornata da lacunari geometrici e raccordata alle pareti da una successione di muqarnas che corrono al di sopra dei mosaici della navata centrale.
I muqarnas sono una soluzione decorativa propria dell'architettura islamica che consiste nella suddivisione di una superficie di raccordo in numerose nicchie più piccole creando una sorta di struttura cellulare.
Si tratta dell’unico manufatto a muqarnas esistente al mondo realizzato in un edificio cristiano, inestimabile scrigno di informazioni sulla cultura islamica.
Complessivamente il soffitto è un capolavoro ligneo lungo quattordici metri e largo sette, realizzato in Abies Nebrodensis, un abete presente nel Parco delle Madonie purtroppo attualmente a rischio di estinzione. Quasi ogni superficie disponibile è dipinta con scene di vita cortese, musici e danzatori, animali, piante, iscrizioni, motivi geometrici e floreali dando origine al più ampio ciclo di pitture islamiche di epoca medievale sopravvissuto nel bacino del Mediterraneo e probabilmente unico caso al mondo in cui artisti arabi hanno rappresentato figure umane in un luogo di culto.
Agli stessi artisti si devono i soffitti delle navate laterali, anch’essi realizzati in legno e dipinti.
Cappella Palatina Palermo |
Orari di visita della Cappella Palatina
La Cappella Palatina, inclusa nella visita del Palazzo dei Normanni con appartamenti reali e giardini, è aperta da lunedì a sabato h 8.30-12.00 e h 14.00-17.00; domenica e festivi h 8.30-12.30.
Il biglietto di ingresso può essere acquistato direttamente in biglietteria oppure online sul sito della Fondazione Federico II.
Dove mangiare a Palermo
Fermo restando che nel centro storico di Palermo troverete ovunque ottimi ristoranti e street food, non perdete però l'Antica Focacceria San Francesco: nata nel 1834, mantiene intatto il suo fascino d’altri tempi. I banconi originali sono in ghisa dei primi del Novecento, i pavimenti in marmo e i tavolini in ferro battuto. Si può mangiare self service o con l’ordinazione al tavolo. La trovate in Via Alessandro Paternostro, 58.
Dove dormire a Palermo
Io ho alloggiato nell'appartamento Luci della città che mi sento di consigliarvi per la pulizia, l'ampiezza e la comodissima posizione a due passi da San Cataldo e La Martorana, Piazza Quattro Canti e Piazza Pretoria.
Come raggiungere il centro di Palermo dall'aeroporto
L'aeroporto Falcone-Borsellino dista circa 40 minuti dal centro di Palermo. Per il tragitto vi consiglio di prenotare un comodo Trasferimento in autobus da/per aeroporto-centro città . Le corse sono ogni 30 minuti circa e troverete la navetta all'uscita dell'aeroporto sulla destra.
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