Se amate l'Impressionismo, i fiori di Claude Monet, le sue ninfee, l'esplosione di luce e colori dei suoi quadri, allora vi consiglio di andare a visitare la casa ed il giardino di Giverny.
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Casa di Monet a Giverny |
Giverny è un piccolo comune in Normandia sulla riva destra della Senna, distante circa un'ora di auto da Parigi. Qui Monet visse dal 1883 al 1926, anno della sua morte. La sua residenza oggi è sede della Fondation Claude Monet.
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Ponte giapponese di Monet a Giverny |
A 43 anni Monet decise di acquistare questa grande casa con un vasto giardino che ristrutturerà e trasformerà personalmente in un tripudio di colori, fonte di ispirazione per le sue tele. Ma oltre alla pittura, la passione di Monet era la botanica: fu lui stesso a rivelare che, se non avesse fatto il pittore, sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto.
Il verde è il colore dominante che contrasta con altre cromie: il rosa della facciata dell'abitazione, le mattonelle blu di Rouen della cucina, il giallo della sala da pranzo, l'azzurro delicato del suo studio.
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Laghetto della Ninfee a Giverny |
Monet si trasferì a Giverny con una famiglia molto numerosa, composta da otto bambini: i suoi figli Jean e Michel avuti dalla prima moglie Camille Doncieux, scomparsa nel 1879 a soli trentun anni ed i sei (Marthe, Blanche, Suzanne, Jacques, Germaine e Jean-Pierre) che la seconda moglie, Alice Hoschedé, aveva avuto con il precedente marito.
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Ingresso alla casa |
Nel 1893 il pittore arricchì la sua proprietà di un ulteriore terreno dove creò il famoso laghetto delle ninfee, deviando le acque di un affluente dell'Epte, il Ru. Nacque così il giardino acquatico con il ponte giapponese, immortalato nella serie Nymphéas.
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Ponte giapponese di Monet a Giverny |
In quegli stessi anni Monet fu afflitto da problemi agli occhi finchè, nel 1912, gli venne diagnosticata una cataratta bilaterale, che comporta una progressiva perdita di trasparenza del cristallino ed un ingiallimento dei colori percepiti: i suoi quadri assunsero così un fondo giallo opalescente. Tra il 1919 e il 1922 Monet riuscì a dipingere solamente durante certe ore del giorno in cui l’illuminazione era ottimale ed era consapevole che la sua percezione cromatica fosse compromessa. Rifiutò per anni la proposta di un intervento chirurgico, perché temeva di perdere completamente la vista o di non riuscire più a cogliere distintamente le forme degli oggetti, ma la situazione peggiorò e fu infine persuaso a sottoporsi alla rimozione del cristallino dell’occhio sinistro. Con una spessa lente correttiva, Monet riuscì di nuovo a vedere in modo accettabile, ma all’inizio lamentò visione doppia e distorsione delle immagini, rifiutando l’operazione all’altro occhio. Anche la percezione dei colori era radicalmente mutata: “Vedo il blu e non vedo più il rosso; ciò mi fa arrabbiare terribilmente perché so che questi colori esistono, perché so che sulla mia tavolozza c’è il rosso, il giallo, un verde speciale, un violetto particolare; non li vedo più come li vedevo un tempo”. Dopo l’operazione Monet distrusse alcune delle sue tele più recenti. Molte di queste rimangono oggi solo perché furono messe in salvo dalla famiglia e dagli amici. Le ninfee continuarono a rappresentare uno dei suoi soggetti preferiti, solo che, dopo l’asportazione del cristallino, scomparvero i toni giallastri dei dieci anni precedenti e tornarono i blu ed i bianchi. Alcuni critici ipotizzano che gli occhi di Monet fossero in grado di catturare alcune delle frequenze nel campo ultravioletto riflesse dai petali e di trasferirle su tela.
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Ninfee a Giverny |
E proprio quelle ninfee si possono vedere oggi attraversando il giardino intorno al laghetto con il ponte giapponese: osservandole sembra proprio che Monet, nonostante la sua parziale cecità , abbia saputo coglierne la vera essenza. Intorno salici piangenti, gingko biloba, aceri e bamboo contribuiscono a creare quell'atmosfera orientale tanto cara a Monet e visibile anche nell'enorme quantità di tele giapponesi esposte all'interno dell'abitazione. Nel giardino intorno alla casa ci sono tantissime essenze arboree e fiori di ogni tipo: narcisi, gladioli, peonie, tulipani, iris e molti ciliegi ed albicocchi del Giappone. Monet utilizzò le sue abilità pittoriche per creare nel giardino sorprendenti effetti cromatici e scenografici, come la serie di archi metallici ricoperti di rampicanti che conducono all'ingresso dell'abitazione.
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Giardino di Monet a Giverny |
Dopo la visita passeggiate per Giverny: è un borgo colorato, ricco di fiori e di atelier di artisti. All'esterno della chiesa di Sainte Radegonde non dimenticate un ultimo omaggio alla tomba di Claude Monet.
ORARI
La fondazione è aperta tutti i giorni dalle 9,30 alle 18 dal 24 marzo al 1 novembre.
BIGLIETTI PER LA CASA DI MONET
Se partecipate ad un'Escursione organizzata a Giverny da Parigi, troverete i biglietti compresi.
Se siete autonomi potrete acquistare i biglietti on line sul sito della fondazione.
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Giardino di Monet a Giverny |
COME ARRIVARE A GIVERNY
In auto: da Parigi si percorre l'autostrada A13 verso Rouen. A Bonniéres sur Seine si seguono le indicazione per Giverny
In treno: dalla Gare St. Lazare di Parigi treno per Vernon. Da qui una navetta vi condurrà alla Fondazione Monet, oppure potrete affittare una bicicletta. La distanza è di circa 4 chilometri.
Escursione organizzata: da Parigi partono escursioni generalmente di mezza giornata Parigi-Giverny
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Sala da pranzo di Monet a Giverny |
DOVE MANGIARE A GIVERNY
Se volete un brunch veloce prima o dopo la visita alla fondazione, potreste andare al Botanic Cafè&Boutiques, rue Claude Monet.
DOVE DORMIRE A GIVERNY
Vi consiglio un piccolo albergo di charme: Jardin des plumes, solo 8 camere ed un eccellente ristorante.
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Ponte giapponese, Claude Monet, Musée d'Orsay, Parigi |
LIBRI IN VACANZA
1 Commenti
Grazie Luisa, articolo stupendo per un luogo stupendo!
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