Mosaico dell'albero della vita nella Cattedrale di Otranto

Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto rappresenta uno dei cicli musivi medioevali più importanti d’Europa, tra i pochi rimasti quasi completamente conservati nel tempo.

Fu commissionato dal primo arcivescovo latino della città, Gionata, ed eseguito tra il 1163 ed il 1165 da Pantaleone, un presbitero il cui nome è spesso collegato all’abbazia di San Nicola di Casole che sorgeva a pochi chilometri da Otranto. Non si sa con certezza se Pantaleone fosse un monaco del monastero, ma l'elevatissimo livello artistico e culturale del suo capolavoro musivo lascia ipotizzare che frequentasse l'abbazia, a quel tempo importante università del mondo occidentale.

Ciclo musivo più importante in Europa
Mosaico della Cattedrale di Otranto

La Cattedrale di Otranto
La Cattedrale di Otranto, dedicata a Santa Maria Annunziata, fu fondata nel 1068 dal vescovo normanno Guglielmo e consacrata nel 1088.
Esterno
La facciata medievale a salienti è stata oggetto di numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. 
Dopo il periodo dell'occupazione turca dal 1480 al 1481 in cui la Cattedrale fu trasformata in moschea, venne realizzato il grande rosone secondo i canoni dell'arte gotico-araba, mentre nel 1674 fu aggiunto il portale barocco.
Interno
L'interno, a forma basilicale con pianta a croce latina, è diviso in tre navate absidate da 14 colonne marmoree. Il soffitto a cassettoni dorati su fondo nero e bianco fu voluto, insieme all'arco trionfale, dall'Arcivescovo Francesco Maria De Aste. Nel presbiterio l'altare maggiore è decorato con un paliotto settecentesco in argento che raffigura l'Annunciazione.
Gli affreschi parietali rimanenti evidenziano tracce bizantine, come l'immagine della Madonna col Bambino nella navata sinistra dove sono presenti anche un battistero barocco, il monumento sepolcrale di Francesco Maria De Aste ed il mausoleo del vescovo Gaetano Cosso.
La navata destra invece termina con la cappella dei Martiri in cui sono conservate le reliquie dei Santi Martiri di Otranto, massacrati e decapitati dai Turchi il 14 agosto 1480 per non aver voluto rinnegare la fede cristiana. E' presente anche il sasso del martirio su cui si dice siano avvenute le decapitazioni.
Cripta
La cripta risale all'XI secolo ed è una miniatura della Cisterna di Teodosio ad Istanbul o della Moschea di Cordova. E' caratterizzata da tre absidi semicircolari, da quarantotto campate intervallate da oltre settanta colonne e da affreschi medioevali e rinascimentali.
Torre campanaria
La torre campanaria fu edificata nelle immediate vicinanze della Cattedrale nel XII secolo durante la dominazione normanna e molto probabilmente costituiva il basamento di una struttura più alta, con funzioni di avvistamento e segnalazione.

Cosa vedere a Otranto
Cattedrale di Otranto

Il mosaico dell'Albero della Vita
Il mosaico riveste quasi interamente la superficie pavimentale della Cattedrale di Otranto occupando la navata centrale, la zona presbiteriale, l’abside e le navate laterali del transetto.
Nella navata centrale è presente la raffigurazione di un grande albero, con la base all’ingresso della chiesa: è l'Albero della Vita. Trasversale a tutte le religioni e filosofie, l'Albero della Vita è considerato simbolo di forza generatrice da cui ha origine ogni essere vivente, un intreccio tra l'energia vitale da cui crescono rami e foglie e la ricchezza del frutto generato, simbolo di abbondanza.
L’opera costituisce uno dei più interessanti cicli musivi dell’arte medievale sia per la ricchezza dell’apparato iconografico sia per le dimensioni e lo stato di conservazione, rispetto ad altri mosaici coevi. 
Il programma figurativo è decisamente complesso ed alcune volte anche piuttosto misterioso in quanto risultano più facilmente decifrabili le parti che appartengono al patrimonio della cultura occidentale, mentre altre celano un significato più incerto. Il tema trattato riguarda essenzialmente la condizione umana, la lotta tra il bene ed il male ed il cammino di riscatto e redenzione ed è espresso attraverso l'utilizzo di elementi allegorici e simbolici dell'arbor vitae tra i cui rami si inseriscono scene tratte dall’Antico Testamento, dai Vangeli apocrifi, dai cicli cavallereschi e dal Bestiario medievale. 
Le figure, di stampo bizantino, sono schematiche, segnate da una netta linea di contorno, con proporzioni che non rispettano quelle naturali ed assenza di volume. Nonostante i volti siano stilizzati, i gesti e le espressioni dei personaggi riescono a comunicare il senso della drammaticità e le emozioni, come spesso avviene nell'arte romanica dove, nonostante le forme primitive, scaturisce dalle immagini una forte vitalità interiore.
Lo sfondo è costituito da tessere in pietra calcarea bianca mentre le figure, il tronco, i rami e le foglie sono colorati con tessere lapidee nelle varie tonalità di grigio, rosso, ocra, verde, giallo.

La funzione comunicativa dell’opera è tipica dell’arte romanica cioè quella di istruire il fedele prevalentemente analfabeta e quindi non in grado di leggere le Sacre Scritture, ma capace di comprendere il messaggio veicolato dalle immagini. Il linguaggio figurativo con i suoi numerosi simboli apparentemente di difficile interpretazione è in realtà semplice, diretto ed immediato.

Mosaico della Cattedrale di Otranto
Mosaico della Cattedrale di Otranto

La navata centrale
Osservato dall’ingresso della navata centrale il tronco si configura come un asse di simmetria dal quale si aprono rami che accolgono figure sacre e profane, animali reali e fantastici. 
Partendo dalla base dell'albero, a livello compositivo si possono individuare delle fasce orizzontali che racchiudono scene differenti.

  • Prima fascia: un'epigrafe in lingua latina riporta il nome di Pantaleone quale artefice del mosaico. Al di sopra sono raffigurati due grandi elefanti che sorreggono il maestoso Albero della Vita privo di radici. Il piccolo elefantino è allegoria della salvezza, acerrimo nemico del drago mentre i due grandi pachidermi, per antonomasia animali molto longevi e dalla straordinaria memoria, si configurano come elementi determinanti per lo sviluppo dell'Albero della Vita.
  • Seconda fascia a destra: Alessandro Magno, esempio di orgoglio, presunzione e superbia, è affiancato da due grifoni e incorniciato dai rami dell'albero e da animali reali e fantastici.
  • Terza fascia a sinistra: uomini al lavoro su due lunghe scale costruiscono la Torre di Babele, un’architettura dal profilo squadrato, caratterizzata da una vivace alternanza cromatica di mattoni bianchi e rossi. La Torre è allegoria della sfida rivolta a Dio dall'uomo, animato dalla presunzione di voler essere come Lui e della disgregazione dell'unità dei popoli. A Noè ed ai suoi figli sopravvissuti al diluvio spetterà il compito di ripopolare la terra ed i nuovi uomini rappresentati appena sopra la Torre di Babele torneranno a coltivare la vigna, simbolo di fecondità e del popolo di Israele.
  • Quarta fascia: Noè prepara l'arca e tanti animali sono pronti a salire. L'arca assomiglia ad una cassapanca più che ad una imbarcazione e non galleggia sulle acque del diluvio ma è accolta dalle fronde dell'Albero della Vita.
  • Quinta, sesta, settima fascia: in un rettangolo di dodici tondi, ciascuno racchiuso in una cornice arabeggiante, intrecciati in rami rigogliosi sono rappresentati i mesi dell'anno con il segno zodiacale corrispondente. Pantaleone racconta i lavori stagionali dell'uomo nei campi, scanditi dalla ciclicità della natura e del tempo e dono di Dio.
  • Ottava fascia: nel giardino dell’Eden, Adamo ed Eva vengono cacciati, in centro c'è la figura di Re Artù e sulla destra Caino e Abele rappresentati in due differenti momenti: l’offerta in sacrificio a Dio dei frutti del loro lavoro ed il fratricidio di Abele per mano di Caino.

Il Presbiterio
La zona presbiteriale è caratterizzata dalla presenza di sedici medaglioni inscritti in un quadrato, raffiguranti sia persone sia soggetti fitomorfi e zoomorfi, molti dei quali tratti dai bestiari medioevali. Partendo dall'alto a sinistra sono rappresentati la Regina di Saba ed il saggio Re Salomone, prefigurazioni della Chiesa e di Cristo, la Sirena bicaudata ed un leopardo alato, un'antilope con la misteriosa iscrizione GRIS, un centauro pronto a scagliare una freccia, un cervo trafitto ed un unicorno con un monaco genuflesso, per alcuni critici identificabile con lo stesso Pantaleone.
Negli otto medaglioni inferiori ci sono un drago, un elefante, un toro, un dromedario, un leopardo, un behemoth, leggendaria creatura biblica, e le figure di Adamo ed Eva che commettono il peccato originale, con il serpente avvolto alla parte terminale del tronco dell’Albero della Vita.
L’iscrizione in lingua latina si pone come importante linea di demarcazione tra gli spazi del presbiterio e quelli dell'abside e riporta la data del 1163 ed i nomi dell’Arcivescovo Gionata e di Guglielmo, rispettivamente il committente ed il finanziatore dell’opera.

Chi era Pantaleone
Mosaico della Cattedrale di Otranto

Abside
Nella zona absidale sono rappresentate scene che si riferiscono prevalentemente al racconto biblico del profeta Giona, con figure di animali disposti secondo una composizione radiale. Nell'area di sinistra è raffigurata invece la storia di Sansone, personaggio monumentale e memorabile per la sua forza straordinaria che nell'episodio della lotta contro il leone rimanda alla lotta di Cristo contro il Demonio.

Blog di arte più bello
Mosaico della Cattedrale di Otranto, navata sinistra

Navata sinistra
Nella navata laterale sinistra del transetto è raffigurato un tronco d’albero di minori dimensioni che separa il Paradiso dall'Inferno. 
Gli eletti vivono in un rigoglioso giardino fiorito ed alberato ed i patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe accolgono sulle loro ginocchia le anime dei beati.
Dall'altro lato una piccola porta, semidistrutta e senza epigrafe, garantisce il passaggio dall’Antinferno all’Inferno, personificato in un uomo nudo incatenato alle caviglie e legato ai polsi. Ha la bocca spalancata perché ingordo ed insaziabile.
Alla personificazione dell'Inferno si affianca Satana riconoscibile dal capo coronato, dagli occhi di fuoco e dalle lingue di fiamme che escono dalla sua bocca. E' seduto su un trono di rettili mostruosi, che a loro volta ingoiano altri rettili. L’Inferno è popolato di anime dannate e tormentate dal fuoco delle fiamme, stritolate da serpenti a causa dei loro peccati.

Posti più belli della Puglia
Mosaico della Cattedrale di Otranto, navata destra

Navata destra
Nella navata destra, quasi appoggiato sulla cima dell'albero, c'è un fanciullo nudo raffigurato nell’atto di sostenere un pesante globo che ricorda l'iconografia classica di Atlante, rivisitata in chiave cristiana: il bambino è Gesù, che si fece carico del peso dei peccati per redimere l'intera umanità; il mondo invece è un cerchio policromo in cui la tonalità dominante è l'azzurro, un rimando alla riconciliazione di Cielo e Terra per mezzo di Cristo.
Alcuni profeti, tra cui Samuele, portano il rotolo delle sacre scritture in mano, mentre un leone simboleggia la misericordia di Dio che attraverso Gesù Cristo libera l’umanità dalle fauci di Satana.


Dove dormire a Otranto
Se cercate un hotel in centro vi consiglio Hotel Palazzo Papaleo, a due passi dalla Cattedrale e dal mare. 
Ma in Puglia è bello dormire anche nelle masserie, antiche dimore rurali ristrutturate immerse nel verde come la Masseria Panareo circondata dagli ulivi o la Masseria Pozzelle a 6 km da Otranto nel comune di Giurdignano, un'area tra l'altro ricca di archeologia megalitica.

Libri in vacanza
Molti libri sono stati scritti sul Mosaico di Otranto; se volete approfondire l'argomento vi consiglio questi testi: 

L'enigma di Otranto 

La sapienza e l'infinito



Se avete trovato questo articolo interessante grazie se lo vorrete condividere sui vostri canali social.

0 Commenti