Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio sorge su un'altura di tufo ed è raggiungibile solo attraverso uno stretto ponte pedonale dal quale si gode di uno dei panorami più spettacolari di tutto il Lazio. Considerata uno dei Borghi più belli d'Italia, è stata soprannominata dallo scrittore Bonaventura Tecchi La città che muore, a causa della continua erosione della collina e della valle circostante, che ha generato la Valle dei Calanchi.

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Civita di Bagnoregio

Negli ultimi anni il borgo è tornato a vivere grazie ad un flusso turistico in continua crescita che ha permesso la nascita di botteghe artigiane, il recupero delle tradizioni culturali ed enogastronomiche locali e lo sviluppo di un'ampia rete ricettiva. Civita di Bagnoregio attrae i visitatori per l'unicità del paesaggio naturale, per la sua collocazione geomorfologica, ma anche per l'atmosfera suggestiva del borgo e per le opere d'arte in esso custodite. 

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Civita di Bagnoregio

Storia di Civita di Bagnoregio
La storia di Civita di Bagnoregio risale all'epoca etrusca, quando divenne una fiorente città, grazie all'abbondanza di acqua ed alla posizione strategica dovuta alla vicinanza delle più importanti vie di comunicazione. Del periodo etrusco rimangono molte testimonianze, in particolare il Bucaione, un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell’abitato per consentire l'accesso diretto alla Valle dei Calanchi. Erano inoltre presenti molte tombe a camera, scavate alla base della rupe, purtroppo danneggiate o distrutte nei secoli dalle innumerevoli frane. Del resto, già gli stessi Etruschi dovettero far fronte ai problemi di instabilità geologica che nel 280 a. C. si manifestarono attraverso scosse telluriche e smottamenti. Durante la dominazione romana furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane e di contenimento dei torrenti e la città visse un fiorente periodo soprattutto grazie al commercio favorito dalla vicinanza al Tevere. Con la caduta dell’Impero Romano, Bagnoregio si trovò ad essere facilmente soggetta alle scorrerie barbariche, finendo sottomessa ai Visigoti, ai Goti, ai Bizantini ed ai Longobardi, fino a quando Carlo Magno la liberò e la consegnò alla Chiesa. A cavallo tra ottavo e nono secolo, iniziò ad affermarsi il toponimo di Balneum Regis, cioè Bagno del Re. La leggenda racconta infatti che in questo luogo era presente una stazione termale frequentata prima dai Romani ed in seguito dal re longobardo Desiderio. Durante il Medioevo si alternarono momenti di pace a momenti drammatici, come quello legato alla tirannide dei Monaldeschi della Cervara, alla fine cacciati da una feroce rivolta popolare. Il borgo divenne libero comune solo per un breve periodo, per poi entrare definitivamente nel patrimonio dello Stato Pontificio. La sospensione dei lavori di regolarizzazione delle acque, l’intenso sfruttamento agricolo delle campagne nei pressi dei calanchi e la riduzione della copertura boschiva agirono negativamente sulla già precaria stabilità geologica del territorio: nel 1695 un terremoto provocò un parziale crollo dell'abitato e nel 1764 altre porzioni del borgo subirono importanti smottamenti. Iniziò un lungo periodo di abbandono e degrado per il paese, diventato praticamente inaccessibile. Con l’Unità d’Italia, il relativo isolamento fu interrotto dalla realizzazione di un lungo ponte bombardato però nel 1944 dai tedeschi. L’attuale lunga passerella pedonale, in cemento armato, fu realizzata nel 1965.

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Civita di Bagnoregio

Cosa vedere a Civita di Bagnoregio
Gli stretti vicoli del borgo, le case medioevali e rinascimentali ornate da bifore ed eleganti portali, i cortili, le piazzette, le scale fiorite fanno di tutto il centro di Civita un luogo davvero spettacolare.
L'unico accesso è oggi Porta Santa Maria, un arco in peperino sormontato da una loggetta. E' detta anche Porta Cava perché prima di essere completamente riadattata in età medioevale, fu tagliata nel tufo in epoca etrusca. Ai lati ci sono due interessanti bassorilievi raffiguranti ciascuno un leone che tiene un uomo con gli artigli, metafora della cacciata dei Monaldeschi da parte degli abitanti del borgo.
Il punto centrale dell'abitato è Piazza San Donato, la cui pavimentazione, costituita da breccia mista a terriccio, riporta immediatamente il turista indietro nel tempo di molti secoli. Sulla piazza sorge il Duomo di San Donato, di origine romanica, ma restaurato con canoni rinascimentali. Al suo interno conserva un crocifisso ligneo quattrocentesco, attribuito alla scuola di Donatello, ed un affresco della scuola del Perugino. Sulla Piazza si affaccia anche il Palazzo Alemanni, edificio rinascimentale edificato nel 1585. Fu ricostruito dopo il terremoto del 1695 mantenendo lo stile architettonico originale. All’interno potrete visitare il Museo geologico e delle frane che documenta la storia di Civita, con reperti fossili marini e le peculiarità geologiche e paesaggistiche della Valle dei Calanchi.
Il Museo Antica Civitas è un piccolo, quanto caratteristico spazio espositivo, realizzato all’interno di una grotta di origine etrusca. Illustra la storia ed i costumi della vita contadina attraverso oggetti e la ricostruzione di una stanza da letto.
Infine la Grotta di San Bonaventura è un’antica tomba a camera etrusca, posta a strapiombo sulla valle ed utilizzata nel Medioevo come romitorio. Al luogo è legata la leggenda secondo la quale il giovane Giovanni di Fidanza, futuro San Bonaventura, fu guarito da una malattia mortale da San Francesco. 

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Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio location per il cinema
Molti grandi registi hanno scelto di girare alcune scene dei loro film a Civita: Mario Monicelli riprese il borgo nei fotogrammi di apertura del suo film Il medico e lo stregone, ma anche la valle dei calanchi per alcuni scorci ne L'Armata Brancaleone
Nel 1963 Totò arrivò a Civita di Bagnoregio per il film I due colonnelli, nel 1970 Luigi Zampa diresse Contestazione generaleAlessandro Genovesi ambientò sul lungo ponte pedonale una scena del film Puoi baciare lo sposo, mentre nel 2002 furono girate alcune riprese per la telenovela brasiliana Terra nostra 2. Anche il regista Jan Sardi scelse come cornice Civita per il suo Corrispondenza d'amore, mentre Alberto Sironi per la produzione del film Pinocchio del 2009. E ancora, Civita di Bagnoregio appare nelle pellicole di Questione di Karma, diretto da Edoardo Falcone, Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher e Civita, opera di Natalie Reuss, realizzata grazie ad una raccolta fondi con l'obiettivo di mettere in evidenza fragilità e poetica della città che muore.
Nel 2001 il regista Hayao Miyazaki  si ispirò a Civita di Bagnoregio per realizzare i disegni di Laputa – Castello nel cielo, un capolavoro di animazione che rese celebre il borgo in tutto il Giappone.

Luisa Bernasconi
Civita di Bagnoregio

Come arrivare a Civita di Bagnoregio
Per raggiungere Civita dovrete prima attraversare il Comune di Bagnoregio per poi arrivare in via Bonaventura Tecchi dove potrete lasciare l’auto e proseguire per il lungo ponte che conduce fino al centro del borgo

Dove mangiare a Civita di Bagnoregio
Al Bar Enoteca La Piazzetta troverete una buona scelta di vini e molti piatti cruelty free tra cui ottime cicerchie ai pomodorini.

Dove dormire a Civita di Bagnoregio
Se cercate un luogo di charme nel cuore del borgo, allora vi propongo Corte della Maestà, una location elegante con splendido giardino dove ad accogliervi troverete il famoso psichiatra e saggista Paolo Crepet che, insieme alla moglie, ne è il proprietario.

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